venerdì 5 giugno 2009

Yucatan e Quintana Roo

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Questo viaggio è incominciato a Città del Messico dove abbiamo preso un autobus di prima categoria. Dopo 19 ore di viaggio arriviamo come prima tappa a Merida. Nonostante le numerose ore il viaggio scorre in fretta tra paesaggi completamente diversi tra loro.
Un viaggio di otto giorni. Prima parte del viaggio dedicata alla visita di cittadine coloniali come Merida e Valladolid e dei siti Acheologici Maya mentre la seconda è stata dedicata al mare caraibico in cerca di relax. Secondo me è forse l'itinerario Messicano più frequentato da noi Italiani.


1º giorno: arrivo a Merida (Yucatan) in mattinata

Merida è una città coloniale, una tra le più affascinanti del Messico. Appena scesi dall'autobus raggiungiamo l'hotel Posada Toledo a 2 passi dallo Zocalo la piazza principale della cittadina. L'hotel ha un pati molto carino. Depositiamo i bagagli, una doccia veloce e nonostante la stanchezza decidiamo di uscire e visitare il centro. Visitiamo la casa de Montejo, el Palacio Municipal e la cattedrale.



Al posto di quest'ultima una volta sorgeva un tempio Maya. Sotto indicazione di una persona del posto che gentilmente ci spiega e ci porta al mercato mangiamo Panuchos e Salbutes tipici di questa zona. Abbiamo anche il tempo per visitare il museo antropologico dove sono esposti reperti provenienti da tutta la zona maya yucateca.



Instancabili visitiamo anche el Paseo Montejo una sorta di Champs Elise messicani in cui si alternano abitazioni con stile decisamente francese e dai colori delicati. Visitiamo anche il moumento della patria.



Di sera Merida si colora ulteriolmente in quanto la calle 60 viene chiusa al traffico dando la possibilità agli artisti di esibirsi. Ancora più caratteristiche sono le bancarelle del piccolo mercato della Plaza Hidalgo.

2º giorno: Uxmal e la Ruta Puuc (Yucatan)

Noleggiamo una macchina nel centro di Merida.
A circa 80 km e un ora e un quarto di macchina raggiungiamo Uxmal. Uno tra i più interessanti siti archeologici maya dello Yucatan. Il sito è abbastanza grande e interessante ma in confronto a Chichén Itzá è conservato male. Molti edifici sono in fase di restauro come la piramide del Adivino alta 39 metri.



La vegetazione è fitta e per chi non è abituato a questi tipi di scenari davvero affascinante. Lo splendido quadrangolo de las Monjas, el Juego de la Pelota, la Casa de las Tortugas e el palacio del Gobernador. Visitiamo il sito con tutta calma la giornata è bellissima.
Da Uxmal decidiamo poi di visitare la Ruta Puuc. La Ruta Puuc è una zona che si trova a sud di Merida caratteristica per alcuni ritrovamenti archeologici di particolare interesse con uno stile architettonico. L'architettura maya si caratterizza per 5 stili complessivamente: lo stile Puuc è uno di questi. In cammino prima però incontriamo Kabah. Circa una ventina di km da Uxmal in direzione Ruta Puuc naturalmente. Anche qui il sito è trascurato e si trova accanto proprio alla statale. El Palacio de los Mascarones è ricoperta da quasi 300 maschere che rappresentano il dio Chac ma la maggior parte dei caratteristici nasi ricurvi di questa divinità sono rotti.



Dietro al palazzo si possono trovare anche statue di due Atlantes. Difficile nelle culture maya trovare raffigurazioni umane tridimensionali come queste.



Ci dirigiamo verso la piramide de los Mascarones e verso El Palacio. La facciata di quest'ultimo è molta decorata con portali e colonne e i gruppi di Columnillas (colonnine) sulla parte superiore sono tipici dello stile Puuc. I gradini sul lato nord della plaza del Palacio danno accesso a un sentiero che si addentra nella selva e raggiunge el Templo de las Columnas. Siamo gli unici turisti che si dirigono in questa direzione. Il templo è completamente una rovina da restaurare. A ovest del Palacio dall'altra parte della statale un sentiero si dirige verso l'Arco Monumentale restaurato. Si dice che il sacbé(la strada cerimoniale) attraversava nell'epoca maya la giungla raggiungendo Uxmal, terminando in un arco più piccolo e che nella direzione opposta arrivava invece a Labná. Un tempo tutta questa penisola era collegata da queste strade bianche di pietra calcarea. Lasciamo Kabah per dirigerci finalmente verso la Ruta Puuc. Il primo sito che incontriamo è Sayil. La costruzione più famosa del sito è el Palacio. Una grande costruzione a 3 piani ricca di colonne.



Anche qui tramite un altro sentiero in mezzo alla fitta vegetazione raggiungiamo il tempio el Mirador, il cui tetto una volta era dipinto di un rosso brillante. Pessimo stato di conservazione anche questo palazzo. A circa 100 metri da quest'ultimo visitiamo sotto l'ombra di una palapa di protezione una stele di una divinità che rappresenta il simbolo della fertilità con il suo enorme fallo.
Riprendiamo il cammino in macchina. Il secondo sito della Ruta Puuc è Xlapak. È il sito meno interessante: c'e' un palazzo in pessime condizioni decorato con colonne e maschere del dio Chac.



Il seguente sito è Labná. Un sito da non tralasciare. Qui el Palacio è enorme e le incisioni sono in buono stato. Su di una facciata c'e' un serpente con la bocca aperta nella quale spunta la testa di un uomo. Si suppone che rappresenti il pianeta venere. Poi visitiamo el Mirador e lo splendido Arco Labná ricco di decorazioni.



La nostra visita alla Ruta Puuc finisce alle Grutas de Loltún. Sono grotte che circa 2500 anni fà ospitavano i primi insediamenti maya. Nel suo interno si possono trovare stalagtiti e stalagmiti ed altre strane formazioni calcaree ma anche incisioni e affreschi delle culture che hanno popolato queste zone. Una guida ci spiega in modo piacevole tutta la storia di questo magico posto. C'e' anche una parte della grotta illuminata dalla luce esterna molto suggestiva.



Usciamo dalla grotta nel tardo pomeriggio. Ritorniamo a quel punto a Merida in una bellissima carrettera che si snoda nella fitta vegetazione yucateca. Il paesaggio e il tramonto sono fantastici. Siamo esausti ma ricchi di immagini ed emozioni.

3º giorno: Valladolid (Yucatan)

Lasciamo Merida per dirigerci verso Valladolid una piccola cittadina a metà strada tra la costa caraibica e Merida. Viaggiamo su di un pullman anche qui di prima classe e in 2 ore e mezza raggiungiamo il posto. La cittadina è decisamente carina e molto tranquilla così come il nostro hotel Maria de la Luz che dà proprio sulla piazza principale. Le camere sono pulite e moderne e si affacciano sulla piscina di questa struttura. Nella piazza principale c'e' un giardino dove sostare per ripararsi dal caldo sotto l'ombra di qualche albero e l'immancabile cattedrale.



Un posto tipico coloniale. Visitiamo anche il piccolo e tetro Cenote di Valladolid. Purtroppo incomincia a piovere dopo che un sole caldo e afoso ci ha seguito in questi giorni. Ceniamo in piazza alcuni Vulcanzitos abbastanza piccanti ma molto buoni preparati da una coppia di anziani che tutte le sere arrivano con il loro carretto.La sera rimaniamo in albergo con la speranza che il tempo si rimetta perchè il giorno dopo dobbiamo andare a Chichén Itzá a circa 40 km da Valladolid.

4º giorno: Chichén Itzá (Yucatan)

Chichén Itzá... quante volte ho ammirato le sue rovine sui cataloghi di viaggio, su qualche cartolina o semplicemente in qualche documentario. Ora eccola qui. Il cielo si è aperto fortunatamente nelle prime ore del mattino. Da Valladolid prendiamo un autobus di 2ª classe alle 8.30 di mattina e dopo circa un ora di viaggio raggiungiamo le rovine. Scegliamo una guida che ci può spiegare nei dettagli la storia di questo splendido sito archeologico: il migliore conservato ed il più grande di tutto lo Yucatan. Il nome di Chichén Itzá deriva dalla parola Maya che significa Bocca del pozzo Itzá. La guida ci conduce al el Osaro, una piccola piramide e poi al el Caracol un edificio adibito anticamente per lo studio del sistema solare. Alcune postazioni di questo edificio fungevano da indicatori di stelle e di direzioni. Visitiamo anche el Castillo o Kukulcán la famosa Gran Piramide. Immensa.
Qui nei giorni degli equinozi il sole tramite un gioco di luci e ombre crea un serpente che si snoda lungo tutta la scalinata della piramide. La piramide è incredibile. Saliamo fino alla sua cima.



Oltre la visione del sito ammiriamo senza quasi fiato l'infinita vegetazione che avvolge Chichén Itzá. Tutta la vista è incredibile ed incantevole. Visitiamo la piramide anche al suo interno. Una stretta scala alla base della piramide conduce al suo interno fino ad arrivare al trono di un Giaguaro rosso con gli occhi di giada. C'e' anche una statua raffigurante Chac-mool. Usciamo dal tunnel; il caldo dentro alla piramide è atroce e afoso. Visitiamo il gruppo de las Mil Columnas. Sulla cima del Palacio c'e' un altra statua del dio Chac. Visitiamo anche la Plataforma de Venus, così chiamata perchè sulla parete è disegnata una stella cui si pensa fosse Venus. C'e' anche una testa dalla forma strana. Alcuni ricercatori hanno ritenuto che sia un extraterrestre. Miti che si fondono con la realtà. Visitiamo poi la Plataforma de las Aguilas y los Jaguares e il campo del Gran Juego de la Pelota. Il più grande campo del gioco de la Pelota di questo sito considerando che ce ne sono altri. Un gioco sacro fatto da diverse culture preispaniche tra cui quella maya. Veniva praticata con una palla fatta di caucciù. Non era un gioco ma un rituale. Si suppone venisse praticata da 2 squadre composte cisacuna da 7 persone. Si suppone e lo si deduce dai geroglici posti alla base delle mura che i componenti della squadra perdente veniva sacrificata per fertilizzare fisicamente e simbolicamente la terra con il sangue. L'acustica tra queste mura è eccezionale cosi come il piazzale davanti al Castillo. Si pensa per questo motivo che la musica avesse una grande importanza nelle cerimonie. Visitiamo anche il Cenote Sagrado il quale, ci dice la guida, abbia dato il nome di Chichén Itzá. Qui i maya credevano che nelle sue acque ci fosse il dio dell'acqua Chac Mool. Nelle sue acque sono stati ritrovati oggetti molti dei quali in oro e ossa umane. Si pensa che anche qui venivano sacrificate vite umane in nome della fertilità. La visita si completa dopo piu di 4 ore (2 ore con la guida e 2 ore da soli). Le rovine non sono deteriorate come Uxmal e la Ruta Puuc. Ritorniamo a Valladolid sempre con l'autobus.

5º giorno: Tulum e Playa del Carmen (Quintana Roo)

Lasciamo Valladolid sempre in autobus alle 9,30 per raggiungere la riviera maya nei caraibi. Prima tappa a Tulum.
Arriviamo a Tulum dopo circa due ore di viaggio. Il sito archeologico di Tulum è considerato l'ultimo costruito dai maya.



Le sue condizioni sono abbastanza accettabili e la sua posizione stupenda. El Castillo e le sue torri sono arroccate su di una splendida spiaggia caraibica. L'arena è finissima e bianca quasi fosse talco. Il mare è azzurro turchese: bellissimo. Finalmente il mare, finalmente l'oceano Atlantico dopo tanta strada, montagne e foreste. Raggiungo subito la spiaggia dopo numerose fotografie e faccio il bagno proprio sotto el Castillo. L'acqua è bellissima e calda. Il resto del sito è locato in un posto ricco di vegetazione tra cui molte palme. Lasciamo Tulum a malincuore. Raggiungiamo il terminal degli autobus di Tulum dove precedentemente avevamo lasciato i nostri bagagli e con pochi pesos prendiamo un bus collettivo con cui raggiungiamo Playa del Carmen dove passeremo i nostri prossimi 3 giorni in cerca di relax, sole e mare.

6º-7º-8º giorno: Playa del Carmen (Yucatan)

Playa del Carmen, stesso mare e stessa spiaggia di Tulum ma mancano le rovine. In compenso ci sono hotel e turisti. Molto meno però rispetto a Cancun. È sviluppata di fronte all'isola di Cozumel. Alloggiamo all'hotel Kinbé. Il più caro degli hotel di tutto il nostro viaggio. In compenso abbiamo la camera con vista sul mare anche se l'albergo non è in prima fila. Hotel piccolo ma carino. È gestito da italiani così come alcuni degli innumerevoli esercizi che si trovano qui in Playa del Carmen. Lasciamo i bagagli e ci dirigiamo sulla Playa.



Ci sono hotel locali proprio su di essa. Facciamo una lunga passeggiata sul bagnoasciuga ricoperto da conchiglie e corallo. Vediamo anche una tartaruga nuotare vicino la spiaggia. La 5ª avenue è la strada diciamo principale di Plya del Carmen come se fosse un viale Ceccarini Messicano. Qui si trovano i migliori bar, ristoranti, discoteche del posto ma anche negozi di souvenir ed altri hotel. Ci sono un sacco di americani, canadesi, italiani, francesi ma non solo. Qui tutto è basato sul turismo. Mangiamo pizza a taglio da un italiano di Torino che ha aperto qui la sua attività da circa 8 mesi. La sera la 5ª avenue è un fermento. Una bolgia umana. In questa zona tutto è curato nell'aspetto ma appena si esce fuori dalle zone turistiche del paese si sente un aria pericolosa. A Merida avevamo avuto il piacere di conoscere un architetto colombiano di nome Fernando. Un viaggiatore solitario con zaino in spalla. L'abbiamo successivamente incontrato a Uxmal, a Valladolid e Chichén Itzá. Ora è qui con noi a Playa del Carmen. Anche lui, sotto nostro consiglio, ha visitato Tulum. Passiamo la serata insieme bevendo cerveza in uno dei tanti pittoreschi locali del posto. Ci racconta dei suoi viaggi passati e di quelli cui forrebbe fare, dei suoi studi in Austria. Un tipo tranquillo e molto amichevole. L'ultimo giorno adirittura ci regala un pacco di caffè colombiano. Ci scambiamo indirizzi email.
L'ultimo giorno è anche il giorno della scottatura. Nelle ultime ore siamo rimasti sotto un cielo apparentemente coperto in spiaggia e nonostante le nuvole siamo ripartiti per Citta del Messico dall'aereoporto di Cancun ustionati come se fossimo due gamberoni. Incredibile la potenza del sole in questa zona. Finisce così questo meraviglioso viaggio tra Yucatan e Quintana Roo. I ricordi sono sempre quelli che restano.